Maurizio di Mauro, direttore generale del Pascale: “ Il progetto si inserisce a pieno titolo nella traiettoria di presa in carico olistica dei pazienti oncologici”
Napoli. «Il benessere del paziente oncologico sempre più impatta dimensioni che vanno oltre la pratica clinica. Questo progetto si inserisce a pieno titolo nella traiettoria di presa in carico olistica dei nostri pazienti che, oggi, si arricchisce di un nuovo, prezioso, tassello».
Maurizio di Mauro, direttore generale del Istituto Nazionale Tumori – Fondazione Pascale, entusiasta del laboratorio teatrale che parte oggi all’Ascalesi con Mario Brancaccio, attore e regista napoletano, facendo diventare l’ospedale non solo un luogo di cura ma anche un porto di umanità, vicinanza, rinascita e bellezza.
Oltre al corso di recitazione parte anche il diario psico-fotografico, curato e diretto da Alfredo Toriello, psicologo-psicoterapeuta. Un percorso pensato per i pazienti oncologici, che attraverso “spazi vivi e pulsanti” possono riscoprire nuove forme di espressione, mettendosi in gioco con creatività e leggerezza.
In due stanze, poste al piano terra dello storico edificio che sorge a Forcella, da cinque anni Poliambulatorio del Pascale, insieme ai pazienti e ai “maestri” stamattina si sono dati appuntamento anche gli operatori sanitari che hanno dato la loro disponibilità a partecipare al progetto coordinato dal Servizio di Pscioncologia dell’Istituto dei tumori di Napoli, diretto da Daniela Barberio. Per la prima volta, medici e pazienti camminano fianco a fianco in un’esperienza condivisa, mettendo in scena un nuovo modo di incontrarsi e capirsi.
«L’aspirazione è che questi laboratori – sottolinea Daniela Barberio – possano divenire spazi capaci di accogliere scrittori, attori, musicisti, pittori e voci del territorio dando vita ad un luogo di condivisione, di partecipazione e fermento creativo. Come dice Terzani: l’arte ci consola, ci solleva, l’arte ci orienta. L’arte ci cura. Noi non siamo solo quel che mangiamo e l’aria che respiriamo. Siamo anche le storie che abbiamo sentito, le favole con cui ci hanno addormentati da bambini, i libri che abbiamo letto, la musica che abbiamo ascoltato».

Pascale, parte il primo corso di recitazione con pazienti e operatori
