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Leonida Iannantuoni, Presidente di Assimefac, e Giovanni B. D’Errico, Presidente Comitato Tecnico Scientifico Assimefac, tranquillizzano sulla costituzione di una scuola di specializzazione universitaria in medicina di famiglia per fornire conoscenze e abilità  per l’esercizio della professione medica


Roma. «Ascoltiamo con attenzione le voci che si levano da più parti dal mondo della medicina che paventano il timore che una scuola di specializzazione in medicina di famiglia possa portare ad una formazione teorica e non pratica dei futuri medici», così Leonida Iannantuoni, Presidente di Assimefac (Associazione Società Scientifica Interdisciplinare e di Medicina di Famiglia e Comunità).

«Ci sentiamo di tranquillizzare tutti i colleghi, e non, che leggendo del nostro impegno a favore dell’istituzione di una scuola di specializzazione universitaria in medicina di famiglia sono preoccupati per una possibile “teorizzazione” di una branca medica ove la pratica è indispensabile».

«Vorremmo  ricordare che, oggi, non esistono specializzazioni teoriche ma tutte fanno dell’esercizio pratico, da effettuarsi sotto la guida di un collega esperto, punto cardine della formazione».


«E’ inimmaginabile, per esempio, che un futuro specialista in radiologia e diagnostica per immagini acquisisca il titolo senza aver “letto” e refertato centinaia di radiografie o che un nuovo chirurgo non abbia partecipato attivamente a numerosissime sedute operatorie; così come  un neo cardiologo non abbia passato centinaia di ore in corsia. Stiamo parliamo di percorsi di specializzazioni universitarie, proprio quel tipo di percorso che vorremmo dare al futuro medico di famiglia».

«Ribadiamo  che l’intento di una scuola di specializzazione non è quello di dare solo una formazione teorica, certamente utile ma non sufficiente a formare alcuno specialista e quindi nemmeno quello in medicina di famiglia. Siamo impegnati – ribadiscono Iannantuoni e D’Errico – a fornire un core curriculum unico su tutto il territorio nazionale che dia una preparazione a tutto tondo e non solo teorica».

«Vorremmo istituire un corpo docente con possibilità di carriera che, come per tutte le altre branche,  acceda agli incarichi previa valutazione dei titoli posseduti  e subordinato al superamento di  un concorso pubblico. Infine, puntiamo a stimolare la ricerca nel setting della medicina di famiglia e, come già sostenuto in  altre occasioni, ridare dignità ed appeal alla professione medica».

specializzazione

www.impresaitaliana.net

Un pensiero su ““Nessun problema per una scuola di specializzazione universitaria in medicina di famiglia””
  1. Esiste già e si chiama Medicna di Comunità e delle cure primarie. Basta guardare il core curriculum per capirlo

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