Con sentenza di secondo grado i giudici hanno confermato la confisca dell’ingente patrimonio dei Pellini stimato all’epoca in 222 milioni di euro
E’ stata confermata la confisca dell’enorme patrimonio dei Pellini che furono condannati nel 2017 in Cassazione per disastro ambientale. Nel 2019 ci fu la sentenza di primo grado con cui si confiscò il patrimonio dei fratelli Pellini stimato in oltre 220 milioni di euro e pochi giorni fa vi è stata la sentenza di secondo grado che ne ha confermato la confisca.
Intanto però i fratelli Pellini, attraverso i loro legali, proposero istanza per riavere indietro il patrimonio ed annullare la confisca perché, a detta loro, la Corte di Appello di Napoli doveva esprimersi in 18 mesi ma i termini sarebbero trascorsi.
«Al momento, la misura della confisca patrimoniale è in piedi, avendo la Corte d’Appello di Napoli confermato anche nel merito la statuizione di primo grado, nonostante siano trascorsi più di diciotto mesi dalla presentazione del ricorso in Appello da parte dei difensori della famiglia Pellini». Lo dichiara l’avvocato Giuseppe Gragnaniello specializzato in diritto e procedura penale e titolare dell’omonimo studio legale dal 2013 a Pomigliano d’Arco.
«Sul punto, se questi ultimi intenderanno proporre ricorso per Cassazione contro la pronuncia della Corte d’Appello, sarà la Suprema Corte a vagliare la legittimità o meno del mancato rispetto del suddetto termine. Difatti, in taluni casi è la normativa stessa ad introdurre deroghe al limite dei diciotto mesi, con particolare riferimento ai procedimenti connotati da maggiore complessità» continua l’avvocato Gragnaniello.
Intanto molti si chiedono che fine farà l’istanza presentata dai legali dei Pellini con cui si mirava a determinare la caducazione del provvedimento di confisca.
«Ritengo che le richieste di cui all’istanza presentata dai legali della famiglia Pellini, siano superate dalla pronuncia di merito della Corte d’Appello, confermativa della misura della confisca. Pertanto, suppongo che i giudici, a riguardo, non potranno fare altro che adottare un pronunciamento di non luogo a procedere».
Sulla questione è chiaro e netto il giudizio dell’avvocato Gragnaniello già cultore della materia presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Ateneo Federiciano, autore di numerose pubblicazioni di diritto e procedura penale nonché relatore in convegni scientifici.
«L’unico strumento a disposizione dei legali della famiglia Pellini è, allo stato, il ricorso per Cassazione contro la pronuncia di merito della Corte d’Appello – continua l’avvocato Gragnaniello – ricorso la cui presentazione è soggetta al termine di dieci giorni dal deposito delle motivazioni del provvedimento da impugnare».
«La presentazione del ricorso per Cassazione non ha alcun effetto sospensivo della confisca, e la Suprema Corte dovrà pronunciarsi, ove proposto il ricorso, nel termine di trenta giorni dalla presentazione dello stesso – e conclude – tuttavia, detto termine ha natura meramente ordinatoria. Non sussistono problemi di prescrizione».